lunedì 25 ottobre 2010

C'era quella casa dove andavamo sempre da ragazzini, quella dove giocavamo a fare gli esploratori e immaginavamo di streghe quella dove c'era una corda spezzata appesa ad un gancio al soffitto che ci faceva partorire scene splatter di impiccagioni finte, la immaginavo gotica e invece era un mulino abbandonato del dopoguerra, dei sessanta o giù-di-lì, e volevo fotografarla ma non ne ho avuto il coraggio. Di arrivarci da sola, per l'ansia dei maniaci e dei cani assassini e di immaginari uomini neri, i miei maledetti attacchi di panico e lo Xanax immaginario non funziona, mi sa che ho bisogno di quello chimico vero.

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