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lunedì 2 maggio 2011

Felpe, petrolio & bombe (O "Della guerra in Libia")

Due o tre settimane fa, a differenza di adesso, alle due di pomeriggio faceva caldo. Faceva così caldo che la felpa che avevo benedetto alle sette di mattina era diventata oggetto di odio mortale, costringendomi, più che a toglierla, a tirarla via con stizza. Comunque, complici l'inerzia del viaggio in pullman Salerno-Benevento, la mia pigrizia che mi ha impedito di rigirare la felpa dal lato giusto una volta tolta e la mia abitudine a leggere tutto quello che mi capita a tiro, etichette dei bagnoschiuma comprese, mi cascano gli occhi sull'etichetta. A parte le indicazioni sul lavaggio varie ed eventuali, scopro che l'industria che ha prodotto la mia amata-odiata felpa è un'industria francese, con sede in Francia. Solo che la felpa è Made in Tunisia.
Sarà il mio complottismo, o sarà stato il sole caldo che batteva contro il finestrino rimbalzandomi direttamente sul cervello, ma non ho potuto fare a meno di immergermi in riflessioni sociopolitiche sulla Francia, la Tunisia, la guerra in Libia ecc ecc ecc.
Insomma. La Tunisia, ex colonia francese, con la quale, però, la Francia, nonostante la dittatura (Anzi, forse GRAZIE alla dittatura) di Ben Alì, continua a mantenere rapporti economici, è in rivolta, la suddetta dittatura è caduta e la Francia (insieme a tutto l'Occidente), non ha la sicurezza matematica di far rientrare la rivoluzione in canoni “comodi” economicamente e politicamente. Perciò, con Mubarak e Ben Alì già caduti, se si esclude la Siria (Che probabilmente sarà il prossimo passo della “guerra umanitaria”), l'unico dittatore che resta all'Occidente, a cui appigliarsi, per usare la solita trita e ritrita bandiera della “democrazia da esportare per salvare i popoli oppressi dalle dittatura” è Gheddafi. Quello che ha l'esercito di amazzoni, che è venuto a parlare alla Sapienza, che abbiamo accolto coi baciamani, a cui abbiamo venduto le armi, che abbiamo definito “Un leader di grande saggezza” ecc ecc ecc. Quello. (Ma non mi voglio perdere in ulteriori bagarre di politica nazionale da PD il martedì sera a Ballarò, quindi passiamo oltre.)
Un'eventuale Libia con governo fantoccio filo-occidentale (Tipo Afghanistan & Iraq, per capirci), sarebbe comoda all'Occidente, quindi, non solo per i suddetti motivi economici (Le etichette delle felpe, do you remember?), ma anche -soprattutto- per motivi politici: controllo totale e possibilità di “direzionamento” sui movimenti rivoluzionari del nordafrica. (Che poi è quello che dicevano anche Noam Chomsky qua, InfoAut qua e la sottoscritta qua in questo vecchio post).

Da non sottovalutare nella questione, anche l'effetto Fukushima. Non è un caso che la Francia abbia spinto per l'interventismo a tutti i costi SOLO dopo Fukushima. La Francia è leader mondiale nelle tecnologie nucleari. L'ondata emotiva (cit.) post-Fukushima, è quasi ovvio, farà cadere gli introiti del nucleare (Vedi la decisione della Merkel di smantellare le centrali in Germania ecc. ecc. ecc.). E quindi, che c'è di meglio che buttarsi sul caro vecchio petrolio, avrà pensato Sarkò?


E ovviamente, in tutti questi giochi politici, tra petrolio e felpe, chi lo prende in culo, è sempre la popolazione che sta sotto le bombe, chiaro.

(NOTA BENE: Non sono Julian Assange, non sono Wikileaks, né faccio la politologa. Quelle di cui sopra sono solo riflessioni mie, probabilmente sbagliate, probabilmente giuste.
NOTA BENE 2.0: A breve post su confronto tra guerra in Libia e guerra in Iraq, potere dei simboli e perchè chi prima era contro la guerra in Iraq adesso è a favore della guerra in Libia.)  

martedì 15 marzo 2011

Fukushima Mon Amour

Stamattina un amico notava e faceva notare l'assurdità del fatto che la nostra generazione abbia vissuto nel giro di venticinque anni due catastrofi nucleari di portata e rischio devastanti. Chernobyl 1986 & Fukushima, 2011 (E cito solo en passant per non dilungarmi con notizie di carattere storico che vi trovate facilmente tutti su Wikipedia¹ l'incidente del 1987 in Brasile e quello del 1999 sempre in Giappone). E quattro catastrofi o pseudotali per una forma energetica che -a quello che ne dicono i sostenitori- è sicura, mi sembra un po' troppo.
Non ho facoltà per fare analisi tecnico scientifiche della cosa, mi limiterò a delle riflessioni sia sulla cosa in se per se che sul dibattito nucleare in genere, ovviamente riacuito da quanto succede

1) E' giusto "strumentalizzare" Fukushima per ribadire il NO al nucleare in Italia e in Europa?
Posto che lo stesso termine "strumetalizzazione" mi sembra, personalmente, un termine di comodo per screditare gli antinuclearisti, secondo me non si tratta di "strumentalizzazione" quanto -semplicemente- di fare tesoro delle esperienze vissute per costruirci il futuro. Accusare gli antinuclearisti di strumentalizzazione della tragedia, in questo caso, sarebbe come accusare i pacifisti di strumentalizzare la tragedia della guerra. Che è un filino ridicolo.

(Quanto a chi critica il paragone dal lato scientifico, o presunto tale, della cosa, il rischio sismico in Italia, sebbene non pari a quello Giapponese è alto. Ma ripeto ancora una volta che da questo punto di vista parlo da inesperta, quindi non mi dilungo)

2) Quelli che "Col nucleare si risparmia, quindi se dite no al nucleare poi non vi lamentate che la bolletta è alta". Not true: i costi di manutenzione e controllo del nucleare sono alti, altissimi e se non si pagano la manutenzione non si fa. E se la manutenzione non si fa, il rischio inevitabilmente si alza. (E tra l'altro, c'è da valutare ATTENTAMENTE quest aspetto, considerando che ci troviamo anche con una crisi economica in atto)


Per maggiori informazioni sulla questione costi, rimando QUA

3) Quelli che "E vi lamentate del nucleare, e vi lamentate degli impianti rinnovabili, e allora uno come deve fare?"
Non è tutto bianco o tutto nero. Se schifo il nucleare, non vuol dire che di fronte alle magagne che indubbiamente ci sono riguardo al rinnovabile (per approfondimenti rimando QUA) io debba foderarmi gli occhi e fingere che vada tutto bene. L'alternativa, ovviamente, è attivarsi coscientemente e fattivamente per ripulire il mercato delle energie rinnovabili dalle magagne sociali e politiche che lo stanno inquinando e per spingere gli stati a investire nella ricerca su nuove forme energetiche. La scelta sull'investire nella ricerca per nuove forme energetiche pulite e investire sul nucleare è una scelta tra investire sulla salute, propria, degli altri e dell'ambiente, e investire sul portafogli.

4) Quanto ai dati medici, le ricerche che ho trovato appaiono contrastanti, anche se fondamentalmente gli effetti negativi delle radiazioni sui processi cellulari e sul DNA si studiano dal primo anno di medicina.
Nello specifico, due ricerche, una sull'aumento dei tumori nel lavoratori delle centrali nucleari (LINK) e l'altra sull'aumento vertiginoso di aborti nelle donne che vivono nei pressi delle centrali (LINK), convincono della pericolosità del nucleare mentre una terza (Che non ho trovato per intero in rete, ma solo un breve accenno su Wikipedia) sull'aumento dei tumori dopo l'incidente del 1987 in Brasile, suggerirebbe, almeno apparentemente, il fronte "rischio salute zero".

Chi avrà ragione? Io personalmente non ho i mezzi mentali scientifici per stabilirlo, vi ho riportato le documentazioni (Quella da Wikipedia è al link sotto) semplicemente per completezza di dati e correttezza di informazione.

5) Questione scorie. Linko questo BELLISSIMO documentario, "Into Eternity", del regista finlandese Michael Madsen, che personalmente non conoscevo e che ho scoperto grazie alla discussione sul nucleare di Giap: INTO ETERNITY FULL MOVIE. Sempre restando sulla questione scorie e sulla discussione di Giap (Che trovate QUI: http://www.wumingfoundation.com/giap/?p=3470), mi sembra interessante notare, come faceva qualcuno lì, il caso dell'Italia: infrastrutture fallate, infiltrazioni criminaloidi -leggi mafia, camorra ecc ecc- incapacità a smaltire i rifiuti "convenzionali". E' il caso di accollarci pure scorie radioattive da smaltire, a questo punto?

Ah. Vi ricordo che per votare CONTRO il nucleare, al Referendum, bisogna votare SI. E soprattutto, che, comunque vogliate votare, DOVETE votare, per raggiungere il quorum. Diffondete!

NOTE

¹ http://it.wikipedia.org/wiki/Incidente_nucleare