mercoledì 26 gennaio 2011
«L'amore ai tempi del bunga bunga»
Titolo tra virgolette. E’ una parafrasi. L’originale è una canzone, si chiama “L’amore ai tempi dei licenziamenti dei metalmeccanici”, che poi ci sarebbe stata bene uguale come tag per questo inizio di secondo-decennio-del-secolo.Ma lasciamo Mirafiori, lasciamo i metalmeccanici tra le (poco) amorevoli braccia di Marchionne e spostiamoci tra le amorevoli braccia di qualcun altro.Le sue, quelle del signor B., sono veramente piene d’amore da dare, soprattutto se hai un paio di tette e meno di vent’anni o giù di lì. Amore. Del resto il signor B. suddetto è il leader del partito dell’amore.Amore, amore, amore. Dizionario: “Amore: sentimento di affetto vivo, trasporto dell'animo verso una persona o una cosa”.No, non coincide, non mi pare. Soprattutto, volendo prescindere dalle implicazioni filosofiche e dalle congetture sul “trasporto dell’animo”, la differenza più importante è che non vengono citati pagamenti, sul dizionario.E ci hanno rubato pure l’amore, prima facendolo diventare uno slogan, poi dandogli il colpo di grazia e cancellando definitivamente dalle nostre teste tutti i ricordi infantili da film Disney a suon di bunga bunga (Ma ve la immaginate Biancaneve ai tempi del Bunga Bunga? O Cenerentola, con Emilio Fede vestito da Fata Madrina?). Innamorarsi non va più di moda. E dopotutto, è meno conveniente. Innamorarsi implica liti, sospiri, pianti, urla, e regali di Natale, San Valentino, anniversari e cazzi vari, che poi magari quando finisce ce ne pentiamo pure. Il bunga bunga, al contrario, è veloce e redditizio economicamente e socialmente, se si punta al potere politico e/o al successo mediatico come vertice sociale, s’intende.Ragazze? Ci siete? Statemi a sentire. Sono una di voi. Smettetela d’innamorarvi. Che tanto poi, oggi come oggi, non potete nemmeno metter su famiglia, che c’è la crisi e i suddetti licenziamenti, non solo dei metalmeccanici. Datevi al bunga bunga.Ragazzi, mi dispiace per voi. O aspettate che al trono, per discendenza ereditaria, salga la signora Marina B., o ripiegate su Lele Mora. Stavolta vinciamo noi, e non ci si spiega perché le femministe sono incazzate.No. Spiacente. Non ci riesco. Me lo ripeto come un mantra, mentalmente “Bunga bunga bunga bunga bunga”, ma non ci riesco. Non perché io sia una moralista, che come tutti quelli della mia generazione, il sesso l’ho scoperto in tivù da piccola, l’ho avuto sempre sbattuto in faccia e non mi fa l’impressione che faceva alla generazione dei miei, non è il tabù che era per loro, quanto perchè io, come spero ancora la maggior parte delle persone, sento il bisogno di essere amata e rispettata, e di amare e rispettare, nonostante le crisi, i pianti e i regali che se ti lasci non tornano. E non è morale, è bisogno inconscio di chi ha ancora roba dentro, coscienza, anima, nodoallostomaco, chiamatelo come vi pare.E non facciamocela rubare questa fame d’amore, non facciamocelo togliere, svendere, mercificare. Se poi proprio ci va male, ci resta l’odio. L’odio è un sentimento nobile, altrochè.
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